Conosciuta anche come botulino, da oltre dieci anni la tossina botulinica viene utilizzata in medicina, in particolare dagli oculisti per ridurre gli spasmi delle palpebre, del viso e del collo. Il suo uso in medicina estetica è successivo. Sappiamo che gran parte delle rughe del viso, dette anche rughe di espressione, sono causate dall’azione dei muscoli sottocutanei. Queste rughe si accentuano con l’invecchiamento detto anche chronoaging.
Grazie all’utilizzo della tossina botulinica, in particolare nella zona della fronte, che si inietta direttamente nei muscoli responsabili della formazione delle rughe, otteniamo un rapido riisultato di attenuazione delle stesse, come se stessimo intervenendo con un lifting, conservando però una mobilità sufficiente a garantire l’espressione del viso.
Queste microiniezioni intramuscolari sono suddivise in varie zone per interessare sia i muscoli della fronte e delle sopracciglia, che il muscolo delle palpebre e delle ciglia.
Utilizzo la tossina botulinica per quanto concerne il terzo superiore del volto. Si sentono a volte opinioni precostituite e poco informate sulla tossina botulinica che è un trattamento assolutamente sicuro, il più richiesto negli Stati Uniti e il secondo in Italia.
Tossina botulinica: ne esistono tipi diversi?
Attualmente in Italia abbiamo in commercio tre tipi di tossina botulinica che hanno un’azione simile, ma con tempi di azione leggermente diversi. In particolare io utilizzo un tipo di tossina di ultima generazione, che presenta notevoli vantaggi in quanto è termostabile (quindi non va conservata in frigorifero), in quanto privata della componente proteica e che, in più, riduce i rischi di immunizzazione.
Ciò garantisce l’integrità e l’efficacia del prodotto in quanto non c’è il rischio che durante i vari passaggi di stoccaggio e trasporto dal produttore all’utilizzatore finale, il prodotto sia stato sottoposto a sbalzi termici tali da pregiudicare l’efficacia dell’azione della tossina botulinica.
Sulla Gazzetta Ufficiale n.° 62 del 15 Marzo 2017 é apparsa l’approvazione in Italia dell’immissione in commercio della nuova confezione di Bocouture, la tossina botulinica prodotta dalla Merz, da 100 unità.
Questa giunge “in soccorso” dei tanti che pur adoperando un prodotto collaudato e di grande efficacia, sentivano la necessità di avere delle unità in più per meglio definire il proprio lavoro. Non ultimo, l’uso associato del botulino nelle aree tradizionali, e del microbotulino nel collo o nelle guance o nella fronte.
Quando si vedono i risultati del botulino?
I risultati dopo l’applicazione sono visibili già dopo quattro giorni: la fronte appare liscia e le palpebre meno cascanti. Attorno ai quattro mesi l’effetto diminuisce ed è necessario ricorrere a un’altra seduta; affinché l’effetto sia duraturo occorre di solito una terza seduta, trascorsi sei mesi dalla seconda.
Va da sé che come per ogni tecnica, è fondamentale per la buona riuscita degli interventi, la preparazione e l’abilità del medico estetico.
Qui trovi altre foto prima e dopo.
Ecco le domande utili che l’Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino suggerisce di fare al medico prima di un trattamento con la tossina botulinica.
- Come siete stato addestrato all’esecuzione del trattamento con tossina botulinica?
- Quanti anni sono che eseguite questo trattamento?
- Quanti pazienti avete già trattato con tossina botulinica?
- Quale è la marca e il nome della tossina botulinica che avete intenzione di utilizzare nel mio caso?
- È un prodotto autorizzato per utilizzo estetico?
- Per quale motivo ha deciso di utilizzare questo tipo di tossina botulinica nel mio caso?
- Che differenza c’è tra utilizzo on-label e off-label?
- Come agisce la tossina botulinica?
- Quanto durerà l’effetto del trattamento?
- Quali effetti collaterali o complicanze sono possibili? Se si verificassero come possono essere risolte? Quanto possono durare?
- Mi rilascerà al termine del trattamento un riscontro del prodotto utilizzato (etichetta identificativa)?
Se cerchi più articoli sulla tossina botulinica li trovi qui: tossinabotulinica.com
La tossina botulinica non è un veleno!
Troppo spesso e in modo errato la tossina botulinica è stata considerata un veleno. Questo giudizio erroneo e purtroppo molto diffuso è probabilmente basato sul fatto che la tossina botulinica possa essere dannosa come tutti gli altri farmaci in una dose non terapeutica. La tossina botulinica è un farmaco sicuro ed efficace usato a dosi corrette e, se impiegata da medici esperti, causa ben pochi effetti collaterali. Per avvelenare una persona con questo farmaco, si dovrebbero utilizzarne più di 60 fiale. Occorrerebbe, in altre parole, farlo apposta. Dobbiamo sempre ricordare che vale anche qui la regola di Paracelso datata 1538: “tutti i farmaci sono veleno, solo la dose fa in modo che non lo siano”.
Attenendosi alle dosi raccomandate per uso estetico il paziente non corre alcun pericolo. Se confrontiamo il grado di tossicità della tossina botulinica con quello di alcuni farmaci ben più diffusi scopriamo che il suo rapporto dose terapeutica/dose tossica è ben più favorevole: la tossina botulinica infatti diventa pericolosa ad un dosaggio decine di volte superiore a quello normalmente utilizzato nei trattamenti estetici, mentre, ad esempio, l’insulina può essere letale con una dose solo 3 volte superiore alla dose terapeutica e la lidocaina, che è uno degli anestetici più sicuri, lo diventa con una dose 5 volte superiore.
La sicurezza e l’efficacia sono garantite e provate dalla ricerca medica e dall’esperienza clinica che sono iniziate fin dal 1989. Da allora la sostanza è diventata un trattamento di prima scelta dei disordini neurologici motori, come la distonia cervicale.
Millenials nuovi consumatori della medicina estetica
Il 18% dei trattamenti di medicina estetica realizzati nel 2016, sono stati richiesti dai nati dopo il 2000 (i cosiddetti Millenials) e le iniezioni di tossina botulinica sono cresciute dell’87% tra il 2011 e il 2016. Sono i dati della Società Americana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, che confermano l’ansia da perfezione estetica degli under 30, poco tolleranti all’idea di veder apparire rughe e segni d’espressione che individuano al ‘primo selfie’.
I consigli sono quelli dettati nel 2017 sul Journal of Drugs and Dermatology, che ha stilato una sorta di protocollo che prevede per gli Under 30, senza segni di iperpigmentazione e rughe, l’applicazione quotidiana di un protezione solare totale, di antiossidanti topici come la vitamina C pura, di creme e sieri a base di retinoidi e di idratanti, e trattamenti con alfa e beta idrossiacidi.
Step successivo, tra i 30 e i 35 anni, quando compaiono le prime rughe superficiali: peeling chimici e per combattere le macchie, tossina botulinica di tipo A per le linee d’espressione e, per preservare i tessuti, la radiofrequenza e gli ultrasuoni.